I capelli svelano se siete mattinieri o dormiglioni

Futon

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Nelle cellule dei capelli di ogni persona si possono trovare i geni che svelano che siete mattinieri o dormiglioni. E’ questo il risultato di una ricerca condotta  da un gruppo di ricercatori dell’Istituto di ricerca sul tempo dell’Università Yamaguchi, guidati da Makoto Akashi. I geni che regolano il sonno si ritrovano infatti nelle cellule dei follicoli dei capelli. L’orologio biologico di ogni persona è regolato da una parte del cervello, chiamata nucleo soprachiasmatico, e poi viene diffusa in tutto il corpo tramite l’acido ribonucleico, o RNA. Questi filamenti si trovano in varie parti del corpo, ma secondo i ricercatori i capelli sono più semplici da studiare. La ricerca si è svolta prendendo capelli e peli di barba a 4 diverse persone ad intervalli di 3 ore per un giorno intero. In precedenza alle persone che si sono sottoposte all’esperimento erano state chieste le loro abitudini sulla veglia ed il sonno. Nei 9 giorni precedenti hanno dovuto rispettare le loro abitudini, alzandosi presto o dormendo fino a tardi. Studiando i geni nei loro follicoli, i ricercatori hanno potuto constatare che l’attività genetica circadiana raggiunge il suo picco dopo il momento del risveglio, indipendentemente dall’orario. Quindi i geni si attivano ad orari diversi a seconda delle personali abitudini. Per i ricercatori lo studio potrebbe essere utile per indicare elementi importanti per la salute. Chi ha disturbi del ritmo circadiano può avere problemi di pressione alta, diabete o altre patologie più gravi. I ricercatori hanno studiato per 3 settimane i capelli dei soggetti che sono soggetti a turni di lavoro a rotazione e che per questo sono a maggiormente a rischio di disturbi del sonno. Ed è risultato che un periodo di 3 settimane non è sufficiente per permettere ai soggetti di raggiungere un equiliquio nel ritmo del sonno. Quindi queste persone, che magari alternano turni di lavoro serali a turni di lavoro mattutini, sono perennemente soggetti ad uno stato di jet-lag. Sullo studio, Akashi ha dichiarato: “Spero che il nostro metodo venga usato per controlli regolari nelle scuole e nelle aziende affinché i soggetti esaminati possano mantenere cicli biologici più sani”. La ricerca è stata pubblicata lo scorso mese sul Proceedings of the National Academy of Sciences. (Fonte: Nationalgeographic.it)



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